I vini spumanti e i vini frizzanti

I vini spumanti e i vini frizzanti hanno in comune il fatto di contenere anidride carbonica disciolta nel vino, che si libera al momento dell’apertura della bottiglia formando le bollicine, fenomeno conosciuto con il termine di effervescenza. Per la produzione dei vini spumanti e frizzanti si parte da un vino base, al quale viene aggiunta una soluzione zuccherina, addizionata con opportuni lieviti, la cui fermentazione crea nel vino anidride carbonica, che dà luogo ad una sovrapressione, che nel caso dei vini spumanti deve essere di almeno 3 bar, mentre nel caso dei vini frizzanti deve essere inferiore a 2,5 bar. Esistono sistemi e tecnologie diverse per arrivare al medesimo risultato in termini di anidride carbonica sviluppata nel vino, ma radicalmente diversi in termini del prodotto ottenuto e del suo profilo organolettico. Essi sono sostanzialmente tre:

  • Metodo classico (rifermentazione in bottiglia)
  • Charmat o Martinotti (rifermentazione in autoclave)
  • Metodo tradizionale sui lieviti (rifermentazione naturale in bottiglia)

Il terzo metodo in realtà non prevede l’aggiunta di soluzione zuccherina, ma la rifermentazione in bottiglia del residuo zuccherino con il quale il vino è stato imbottigliato assieme ai lieviti della prime fermentazione, ancora attivi. E’ possibile ottenere uno spumante anche addizionando con anidride carbonica gassosa il vino base, come nel caso di un’acqua minerale o di una soft drink, ed in questo caso l’etichetta dovrebbe riportare la dicitura “vino spumante gassificato”. Di fatto tale pratica, sia pure legale, è in contrasto con la tendenza del mercato che punta sempre più verso prodotti di qualità e ormai completamente in disuso. Il modo più comune per classificare i vini spumanti è in base alla loro inquadramento a livello di denominazione di origine. Nel 2009 a livello europeo è stata introdotta la distinzione tra:

  • V.S. Vino spumante da tavola, con sovrapressione min. 3 bar
  • V.S.Q. Vino spumante di qualità, con sovrapressione in. 3,5 bar (riconducibile alle denominazioni DOP, ossia DOC e DOCG)

Se lo spumante è ottenuto da vitigni aromatici, si sostituiscono le lettere V.S. “vino spumante” con V.S.A. “vino spumante aromatico“.

La scala di dolcezza degli spumanti

Il modo più comune di di classificazione per gli spumanti è in base al loro contenuto zuccherino, riprendendo quello tradizionalmente utilizzata nello Champagne, ed integrata nei regolamento della Comintà Europea. La classificazione è la seguente:

  • Pas dosé o Dosaggio zero (ultra secco, solo “dolcezza” originaria dell’uva) <3g/l
  • Extra brut (molto secco) <6g/l
  • Brut (secco) <12 g/l
  • Extra dry (secco, arrotondato da lieve nota morbida) 12-17 g/l
  • Dry (abboccato, appena o poco dolce) 18-32 g/l
  • Demi sec (amabile, con nota dolce nettamente percettibile) 33-50 g/l
  • Dolce o Doux (dolcezza decisa) >50 g/